Orto made in home è un percorso online che ti guiderà passo dopo passo nella realizzazione del tuo orto biologico in balcone.

In questa sezione troverai interessanti schede che ti forniranno consigli ed istruzioni utili per imparare a coltivare il tuo orto domestico.

Mangiare prodotti di qualità, rispettando le stagioni, senza pesticidi e riscoprendo sapori che sembrano essere spariti, è sempre più difficile per chi vive in città e non possiede uno spazio verde nel quale poterli coltivare.

L’orto biologico in balcone offre la possibilità, anche a chi vive in appartamento, di avere il suo angolo verde: basta un terrazzino, un po’ di fantasia e qualche consiglio ed il tuo balcone si può trasformare in un vero e proprio piccolo orto!

Realizzare un orto in balcone è semplice ed entusiasmante. La qualità degli alimenti sarà senza dubbio molto alta non solo per come verranno coltivati i nostri ortaggi, ma per la freschezza con la quale verranno consumati.

Per coltivare secondo le indicazioni dell’agricoltura biologica bisogna tenere presente alcune tecniche. Tra queste, nel nostro percorso, prenderemo in considerazione le principali:

  • la pratica del compostaggio,
  • la consociazione,
  • la pacciamatura,
  • il rispetto delle stagioni,
  • l’uso di semi e piantine provenienti da colture locali o biologiche.

Le nostre schede ti forniranno gli strumenti necessari per coltivare con successo il tuo orto made in home. Per iniziare impareremo quali sono gli attrezzi utili, i contenitori giusti e valuteremo l’esposizione del tuo balcone…

Consigli utili per allestire l’angolo verde

 

Prima di cominciare devi assolutamente dotarti di alcuni strumenti essenziali: innaffiatoio, piantatoio, guanti, forbici, bidoni per i macerati, sacchi di tela per conservare ed immergere le erbe, paletta e rastrello da giardino, setaccio per vagliare il compost e paglia per la pacciamatura.

Ora sei pronto per procurarti i giusti contenitori per le tue piantine. Che siano vasi, cassette o altro tipo di contenitore (ben venga il riciclo creativo), è molto importante per la buona riuscita  di una coltivazione scegliere il giusto supporto all’interno del quale far crescere le nostre piante. I contenitori più facili da reperire in commercio sono sicuramente i vasi. La scelta potrà essere fatta in base al materiale, alla forma e alla dimensioni.

I vasi che si trovano in commercio sono in genere realizzati in due materiali principali: terracotta o plastica.

vasi in terracotta  grazie alla loro naturale microporosità, permettono alle radici di “respirare” meglio e mantenersi così in buona salute a differenza di quelli in plastica che in compenso presentano vantaggi nella maneggevolezza e nell’economicità.

Per quanto riguarda la forma sarà preferibile scegliere quelli rettangolari o quadrati che a parità di ingombro conterranno molto più terriccio rispetto ai vasi a sezione circolare e permetteranno dunque alle piante di sviluppare al meglio l’apparato radicale e di disporre maggiori quantità di elementi nutritivi.

Riguardo le dimensioni la scelta andrà fatta in base alle piante che si deciderai di coltivare: se per gli ortaggi di piccole dimensioni (cipolla, rucola, valeriana, cicoria, radicchio ecc.)  basteranno vasi da 20 cm di base e 20 cm – 25cm di altezza, per gli ortaggi dallo sviluppo maggiore (pomodori, melanzane, peperoni ecc.)  dovrai munirti di contenitori che abbiano una base minima che va da 30 cm a 40 cm e un’altezza di almeno 40.

Valutare l’esposizione del tuo balcone è un passaggio fondamentale. I migliori orientamenti per un orto in balcone sono sud/est e sud/ovest: queste esposizioni evitano i raggi solari delle ore più calde assicurando al contempo circa 4 ore di luce al giorno. L’esposizione a sud/est vede una maggior concentrazione di ore di luce nel corso della mattinata, mentre l’esposizione a sud/ovest nel corso del pomeriggio. Un balcone esposto al sud sarà sempre molto luminoso e dunque nei mesi estivi le nostre piante potrebbero risentire dell’eccessiva luce (si può risolvere il problema con appositi ripari); un balcone a nord sarà sempre troppo ombreggiato e dunque non adatto alla progettazione di un orto. Oltre all’eccessiva o all’insufficiente esposizione solare bisognerà proteggere il nostro orto dal troppo vento.

Per preparare un terriccio fertile e adatto alla tua coltivazione dovrai innanzitutto scegliere una buona base: poiché la  maggior parte degli ortaggi comunemente coltivati cresce bene in un terreno dal pH tra il 6 e il 7,converrà scegliere un terriccio che abbia questi valori. Come scoprirlo è semplice affidandosi alle indicazioni che si trovano sul sacco o chiedendo al negoziante.

Per rendere soffice e meno compatta la miscela è consigliabile aggiungere un 10, massimo 15% di sabbia al terriccio e mischiare bene il tutto prima di riempire il vaso.

Infine l’argilla. Oltre al suo utilizzo come strato drenante da posizionare in fondo al vaso, essa potrà essere miscelata insieme al terriccio per renderlo meno soggetto al compattamento; per questo scopo è necessario scegliere un’argilla espansa dalla pezzatura medio piccola per rendere il mix più omogeneo possibile. Evitare l’argilla utilizzata in edilizia! Può modificare il pH del terreno e danneggiare la crescita delle piante, cercare l argilla espansa per agricoltura e florovivaismo.

Non tutti gli ortaggi sono adatti a una coltivazione in spazi limitati. Alcune piante sono dotate di apparati radicali abbastanza profondi e dunque necessitano di vasi molto grandi per crescere al meglio; è quindi opportuno, nell’ottica della salvaguardia dello spazio, orientarsi su specie molto produttive e su specie il cui ciclo vegetativo sia abbastanza breve. Una scelta di questo tipo consente sia un discreto raccolto, sia una rotazione di ortaggi (in base alla loro stagionalità) senza sprechi di spazi.

Fra i vari ortaggi che più agevolmente si possono coltivare sul balcone ricordiamo la lattuga, le zucchine, le bietole sia da taglio che da costa, il prezzemolo e la rucola, le carote e le cipolle, le fragole, i pomodori, i peperoni, le melanzane e il sedano.

Non vanno dimenticate tutte le piante aromatiche come basilico, rosmarino, salvia, erba cipollina, melissa, timo e menta che profumeranno gradevolmente il tuo balcone!

Il trapianto è un momento cruciale per lo sviluppo delle nostre piantine e va curato al meglio perché, in caso contrario, può essere occasione di forte stress.

Il terreno vicino alle radici deve essere molto fine. Innanzitutto è bene assicurarsi che il “pane di terra” della pianta (cioè con le radici ricoperte da una zolla di terreno) sia bagnato. In caso contrario lo immergeremo in acqua per alcuni minuti.

Per le specie da foglia, ma anche per cipolle, agli e porri, potremo tagliare parte della pagina fogliare, se molto ampia, per velocizzare la radicazione. Per le specie come peperoni, sedani, meloni, angurie, melanzane, finocchi, del buon terriccio attorno al pane di terra in buca, favorirà una rapida partenza.

Ogni pianta necessita di un proprio spazio vitale per svilupparsi al meglio. Sarebbe bene lasciare, sulla stessa fila, almeno 50- 70 cm tra le piante di zucchine, 40 cm per pomodori, peperoni, melanzane, cetrioli, cavoli, 35 cm per le cicorie, 25 cm per lattughe, bietola, sedani, finocchi, 10 cm per cipolle, porri, agli, rucola, 3 cm per carote, ravanelli, prezzemolo. Se vogliamo ottenere file molto ordinate ci aiuteremo con un filo teso tra due canne. Le piantine in cubetto pressato vanno interrate solo per 2/3 mentre quelle in alveoli o vasetti devono avere la superficie superiore del pane di terra poco sotto il livello del suolo.

Quindi premeremo con forza il terreno alla base delle piantine per farlo aderire attorno alla radice. Seguirà una bella annaffiatura.

Per chi utilizza l’acqua di rubinetto è bene sapere che se è addizionata di cloro, prima di essere distribuita alle piante andrebbe lasciata riposare per alcune ore dentro botti o innaffiatoi all’aria, affinché questo disinfettante possa evaporare, evitando così il rischio di danneggiare i microrganismi utili del terreno e di rallentare l’accrescimento dei nostri ortaggi.

Le necessità idriche delle piante sono molto variabili in funzione di specie, età della pianta, temperatura esterna, esposizione, ecc.

Anche il tipo di terreno, che può trattenere più o meno acqua, ha un ruolo basilare nel dettare l’intervallo di tempo più o meno lungo che deve intercorrere tra un’irrigazione e la successiva. Per questo, conoscendolo al meglio sarà più facile non sbagliare. Basta tenere presente che ad inizio primavera la pianta necessita di poca acqua nel primo periodo dopo il trapianto. Subito dopo il trapianto si effettuerà una buona irrigazione. Poi per le piante da frutto (pomodori, peperoni, zucchine, cetrioli ecc.) si dovrà attendere che il terreno in superficie sia asciutto, prima di procedere ad una nuova innaffiatura, che non dovrà essere mai troppo abbondante. Per le lattughe la frequenza sarà maggiore, ma sempre attendendo una leggera asciugatura superficiale. Quando le piante saranno grandi e cariche di frutti e le temperature molto più elevate, aumenteremo notevolmente i quantitativi idrici, per non andare in carenza nelle ore più calde della giornata.

Nei periodi freschi, nel dubbio, attendiamo che le piante si dimostrino leggermente assetate prima di irrigarle, piuttosto che esagerare esponendole ai rischi di ristagno idrico, specialmente se la nostra esposizione non è in pieno sole a pomeriggio.

Nei periodi siccitosi è importante effettuare lavorazioni del terreno attorno alle piante affinché l’acqua d’irrigazione non si disperda nelle crepe da secco.

Un piccolo consiglio, innaffiate al mattino presto, perché la terra sarà fresca come l’acqua evitando uno choc termico e quest’ultima non ristagnerà nella terra, evaporando durante il giorno.

L’annaffiatura deve essere eseguita tenendo conto per esempio del fatto che più il vaso è piccolo più l’acqua asciuga rapidamente. In ogni caso per capire se occorre bagnare infilate un dito nella terra del vaso per 2 cm e sentite se la terra è umida o asciutta. Ricordatevi sempre di non bagnare le foglie ma portare l’acqua direttamente alla base della pianta.

Tecniche dell’agricoltura biologica

La consociazione è una tecnica utilizzata nell’agricoltura per combattere i parassiti e migliorare la resa del terreno. Praticandola si avrà un ottimo raccolto senza l’utilizzo di pesticidi e particolari concimi.

L’accoppiamento tra gli ortaggi è infatti determinante per la salute di un orto. Grazie alle particolari sostanze prodotte da ciascuna pianta, alcune specie vegetali possono stimolare o inibire la crescita di quella accanto o addirittura contribuire a scacciare parassiti oppure ad attirare insetti utili.

In linea generale la consociazione non si attua tra piante simili, cioè che appartengono alla stessa famiglia, come per esempio le patate e i pomodori, perché entrerebbero in competizione, andando a assimilare dal terreno le medesimi sostanze.

Alcuni esempi di consociazione:

  • Peperoncini / Peperoni ed insalata

In questo caso utilizziamo il metodo della consociazione dei diversi tempi di maturazione affiancando ortaggi a crescita lenta, come tutte le varietà di peperoni, a quelli a crescita rapida. Abbiamo scelto di associare dell’insalata che ha un tempo di crescita breve. In questo modo, nel giro di poco tempo, potremo raccogliere le verdure “rapide” prima che quelle “lente” diventino abbastanza grandi da reclamare spazio.

  • Fragole e lattuga/ Carota e cipolla

Un altro esempio di consociazione è l’accostamento di piantine di fragole alla lattuga, una pianta ad azione repellente contro gli afidi e l’acaro della fragola, il ragnetto rosso comune. Utilizziamo quindi il metodo della consociazione della difesa contro i parassiti.

Lo stesso tipo di azione repellente si avrà consociando la cipolla con la carota.

  • Pomodori cipolla e basilico

Altro tipo di consociazione è quello che sfrutta un livello di terreno diverso. Scavando con l’aiuto di un cucchiaio da cucina delle piccole buche in cui adagiare le piantine compattando poi il terriccio, alterniamo i pomodori con la cipolla. I primi crescono in altezza, e quindi hanno bisogno di bastoncini o cannucce di bambù per supportarle, le seconde sotto terra. Inoltre abbiamo aggiunto anche del basilico, che come in cucina, si accompagna ai pomodori migliorandone il gusto e lo sviluppo, respingendo dalle piante mosche e zanzare.

Il sole dovrà battere sui pomodori che al contempo ne gioveranno producendo l’ombra che proteggerà il basilico.

Pacciamare un orto, ovvero ricoprire il suolo con materiale organico (paglia, erba tagliata, foglie secche) renderà il terreno più fertile ed equilibrerà il bilancio nutritivo. I vantaggi della pacciamatura riguardano:

– il bilancio idrico: la pacciamatura mantiene il terreno più umido così da rendere meno frequenti le innaffiature massimizzare il risparmio idrico.

– controlla le erbe infestanti: ricoprendo il suolo, arresta la crescita delle erbe infestanti
– mantiene più sane le piante: il materiale organico della pacciamatura fornisce al terreno tutti gli elementi micro e macronutrienti.

L’erba di prato è ottima per la pacciamatura, è molto umida e si deteriora in fretta. Va distribuita in uno strato molto sottile, ancora meglio se tagliata col tosaerba. Così come l’erba di prato, anche la paglia è ottima per pacciamare. La paglia va distribuita con attenzione perché essendo voluminosa potrebbe ostacolare la crescita delle piante appena trapiantate.

La copertura ideale è data da un primo strato sottile (non doppio altrimenti potrebbero insorgere muffe e marciumi) di erba di prato e un secondo strato di paglia. Mentre la paglia isola il terreno e trattiene l’umidità, l’erba verde impedisce la crescita delle piante infestanti e nutre il terreno.

In ogni caso, sono molti altri i materiali adatti a pacciamare l’orto: le foglie secche, i trucioli di legno, la segatura, il compost.

Il compostaggio è un processo biologico di stabilizzazione aerobica dei rifiuti organici. Queste materie, grazie all’azione di batteri contenuti nel terreno e negli scarti, si decompongono trasformandosi in terriccio ricco di humus, il compost.

Esso svolge importantissime funzioni: la sua lenta decomposizione libera composti minerali di carbonio, azoto e fosforo, che verranno utilizzati dalle piante, fungendo così da riserva di nutrienti a lenta cessione per gli organismi vegetali; migliora la struttura dei suoli sabbiosi; conferisce un colore più scuro al terreno, facilitandone il riscaldamento per opera dei raggi solari; trattiene acqua in quantità molto superiore al suo peso, prevenendo l’essiccamento del terreno e favorendo la ritenzione idrica; aumenta la porosità, favorisce l’aereazione e migliora la permeabilità del suolo.

Il processo di trasformazione in compost si definisce biologico perché gran parte del merito della trasformazione è degli organismi decompositori (funghi, batteri, insetti, ecc.) contenuti nel terreno e negli scarti che degradano e trasformano la sostanza organica. La decomposizione si definisce aerobica, per la necessità di ossigeno da parte degli organismi decompositori.

Per descrivere bene cosa avviene durante il compostaggio e come va condotta la trasformazione, partiremo dalla tecnica del compostaggio in cumulo, la più diffusa e immediatamente applicabile e che permette una descrizione completa di esigenze e regole di gestione.

Per preparare un terriccio fertile e adatto alla tua coltivazione dovrai innanzitutto scegliere una buona base: poiché la  maggior parte degli ortaggi comunemente coltivati cresce bene in un terreno dal pH tra il 6 e il 7,converrà scegliere un terriccio che abbia questi valori. Come scoprirlo è semplice affidandosi alle indicazioni che si trovano sul sacco o chiedendo al negoziante.

Per rendere soffice e meno compatta la miscela è consigliabile aggiungere un 10, massimo 15% di sabbia al terriccio e mischiare bene il tutto prima di riempire il vaso.

Infine l’argilla. Oltre al suo utilizzo come strato drenante da posizionare in fondo al vaso, essa potrà essere miscelata insieme al terriccio per renderlo meno soggetto al compattamento; per questo scopo è necessario scegliere un’argilla espansa dalla pezzatura medio piccola per rendere il mix più omogeneo possibile. Evitare l’argilla utilizzata in edilizia! Può modificare il pH del terreno e danneggiare la crescita delle piante, cercare l argilla espansa per agricoltura e florovivaismo.

Non tutti gli ortaggi sono adatti a una coltivazione in spazi limitati. Alcune piante sono dotate di apparati radicali abbastanza profondi e dunque necessitano di vasi molto grandi per crescere al meglio; è quindi opportuno, nell’ottica della salvaguardia dello spazio, orientarsi su specie molto produttive e su specie il cui ciclo vegetativo sia abbastanza breve. Una scelta di questo tipo consente sia un discreto raccolto, sia una rotazione di ortaggi (in base alla loro stagionalità) senza sprechi di spazi.

Fra i vari ortaggi che più agevolmente si possono coltivare sul balcone ricordiamo la lattuga, le zucchine, le bietole sia da taglio che da costa, il prezzemolo e la rucola, le carote e le cipolle, le fragole, i pomodori, i peperoni, le melanzane e il sedano.

Non vanno dimenticate tutte le piante aromatiche come basilico, rosmarino, salvia, erba cipollina, melissa, timo e menta che profumeranno gradevolmente il tuo balcone!

Il trapianto è un momento cruciale per lo sviluppo delle nostre piantine e va curato al meglio perché, in caso contrario, può essere occasione di forte stress.

Il terreno vicino alle radici deve essere molto fine. Innanzitutto è bene assicurarsi che il “pane di terra” della pianta (cioè con le radici ricoperte da una zolla di terreno) sia bagnato. In caso contrario lo immergeremo in acqua per alcuni minuti.

Per le specie da foglia, ma anche per cipolle, agli e porri, potremo tagliare parte della pagina fogliare, se molto ampia, per velocizzare la radicazione. Per le specie come peperoni, sedani, meloni, angurie, melanzane, finocchi, del buon terriccio attorno al pane di terra in buca, favorirà una rapida partenza.

Ogni pianta necessita di un proprio spazio vitale per svilupparsi al meglio. Sarebbe bene lasciare, sulla stessa fila, almeno 50- 70 cm tra le piante di zucchine, 40 cm per pomodori, peperoni, melanzane, cetrioli, cavoli, 35 cm per le cicorie, 25 cm per lattughe, bietola, sedani, finocchi, 10 cm per cipolle, porri, agli, rucola, 3 cm per carote, ravanelli, prezzemolo. Se vogliamo ottenere file molto ordinate ci aiuteremo con un filo teso tra due canne. Le piantine in cubetto pressato vanno interrate solo per 2/3 mentre quelle in alveoli o vasetti devono avere la superficie superiore del pane di terra poco sotto il livello del suolo.

Quindi premeremo con forza il terreno alla base delle piantine per farlo aderire attorno alla radice. Seguirà una bella annaffiatura.

Per chi utilizza l’acqua di rubinetto è bene sapere che se è addizionata di cloro, prima di essere distribuita alle piante andrebbe lasciata riposare per alcune ore dentro botti o innaffiatoi all’aria, affinché questo disinfettante possa evaporare, evitando così il rischio di danneggiare i microrganismi utili del terreno e di rallentare l’accrescimento dei nostri ortaggi.

Le necessità idriche delle piante sono molto variabili in funzione di specie, età della pianta, temperatura esterna, esposizione, ecc.

Anche il tipo di terreno, che può trattenere più o meno acqua, ha un ruolo basilare nel dettare l’intervallo di tempo più o meno lungo che deve intercorrere tra un’irrigazione e la successiva. Per questo, conoscendolo al meglio sarà più facile non sbagliare. Basta tenere presente che ad inizio primavera la pianta necessita di poca acqua nel primo periodo dopo il trapianto. Subito dopo il trapianto si effettuerà una buona irrigazione. Poi per le piante da frutto (pomodori, peperoni, zucchine, cetrioli ecc.) si dovrà attendere che il terreno in superficie sia asciutto, prima di procedere ad una nuova innaffiatura, che non dovrà essere mai troppo abbondante. Per le lattughe la frequenza sarà maggiore, ma sempre attendendo una leggera asciugatura superficiale. Quando le piante saranno grandi e cariche di frutti e le temperature molto più elevate, aumenteremo notevolmente i quantitativi idrici, per non andare in carenza nelle ore più calde della giornata.

Nei periodi freschi, nel dubbio, attendiamo che le piante si dimostrino leggermente assetate prima di irrigarle, piuttosto che esagerare esponendole ai rischi di ristagno idrico, specialmente se la nostra esposizione non è in pieno sole a pomeriggio.

Nei periodi siccitosi è importante effettuare lavorazioni del terreno attorno alle piante affinché l’acqua d’irrigazione non si disperda nelle crepe da secco.

Un piccolo consiglio, innaffiate al mattino presto, perché la terra sarà fresca come l’acqua evitando uno choc termico e quest’ultima non ristagnerà nella terra, evaporando durante il giorno.

L’annaffiatura deve essere eseguita tenendo conto per esempio del fatto che più il vaso è piccolo più l’acqua asciuga rapidamente. In ogni caso per capire se occorre bagnare infilate un dito nella terra del vaso per 2 cm e sentite se la terra è umida o asciutta. Ricordatevi sempre di non bagnare le foglie ma portare l’acqua direttamente alla base della pianta.